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Luxury Lodging

sostenibili e responsabili, il nostro nuovo modo d’essere

aprile 2023- Numero 23

Principe Forte dei Marmi

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sostenibili e responsabili, il nostro nuovo modo d’essere

Non abbiamo un pianeta “B”: la Terra è l’unica possibilità che abbiamo, l’unico grande e autentico valore, e appartiene non soltanto a tutti i viventi, ma anche alle generazioni future. Preservarla è dovere di tutti. Ognuno può e deve fare ciò che è nelle sue possibilità per consegnare a figli e nipoti una quantità di risorse non inferiore a quella che, a sua volta, ha ricevuto in eredità. Sono i principi alla base dell’idea di sostenibilità, la parola d’ordine che l’hotel Principe di Forte dei Marmi ha scelto di adottare come linea guida in tutte le sue azioni.

Una sfida tutt’altro che semplice, perché, se l’idea di sostenibilità è chiara, metterla in pratica, soprattutto in una realtà complessa e delicata quale un hotel a cinque stelle, è tutt’altra cosa.
«Non esistono leggi alle quali fare riferimento per affermare che un hotel è sostenibile», spiega Cristina Vascellari, direttore del Principe. «Con il mio team abbiamo dovuto studiare molto per capire in quali direzioni muoverci. È stato impegnativo adattarsi alle norme di sostenibilità e ci ha richiesto un’attenzione importante. Rinunciare completamente alla plastica, bandire l’usa e getta, riciclare o differenziare tutti gli scarti, adottare prodotti di pulizia non inquinanti, intervenire sugli impianti… Tutto questo, per citare soltanto alcune delle strategie adottate, comporta mettere delle risorse a disposizione. Ma siamo una realtà di rilievo del nostro territorio, e sentiamo il dovere di dare l’esempio. Sono convinta che i colleghi e le altre aziende non potranno che seguirci su questa strada».

Un tema significativo è quello delle risorse umane. «Non è concepibile che il personale rinunci ai giorni di riposo, non c’è alta stagione che tenga», afferma Vascellari. «E non solo: abbiamo deciso che tutti possano festeggiare il loro compleanno con una giornata in più di ferie. Certo, questo complica l’organizzazione delle attività, ma la fidelizzazione del personale ci ripaga abbondantemente».

Chi opera in un ambiente sereno lavora meglio, e in un’attività come l’ospitalità questo si riflette anche nel modo – la gentilezza, la disponibilità – con cui ci si relaziona con i clienti. E questo vale per tutti i reparti del Principe, dal ricevimento alle camere, dai ristoranti alla spiaggia e alla Spa. Tutti i settori, peraltro, sono stati coinvolti nel progetto sostenibilità, attraverso riunioni settimanali che si sono tenute per tutto l’ultimo anno. E tutti hanno condiviso il percorso e gli obiettivi. Tra loro, in particolare, Valentino Cassanelli, chef stellato al quale sono affidati i ristoranti Lux Lucis, all’ultimo piano dell’hotel, e Dalmazia, sul mare.

Il Lux Lucis è stato il primo motore del cambiamento e rappresenta oggi l’avanguardia sul fronte della sostenibilità. Un elemento di valore, perché notorietà e reputazione ne fanno anche un carismatico ambasciatore di Forte dei Marmi e della Versilia. «Per noi è fondamentale il rapporto con il territorio, con le aziende locali che ci forniscono le materie prime», sottolinea Cassanelli. «Con loro abbiamo creato non solo una relazione di fiducia e collaborazione, ma una vera e propria comunità che condivide gli stessi obiettivi. Per esempio la Biodinamica Mediterranea di Marina di Pietrasanta, un’azienda agricola che adotta metodi tradizionali e dimenticati, dalla lombricoltura all’utilizzo delle carpe per concimare le acque di irrigazione. Nei loro campi, un terreno è dedicato esclusivamente a noi: il 100% dei prodotti agricoli che utilizziamo vengono da lì, e loro, per concimarlo, utilizzano il compost prodotto con i nostri scarti di cucina, che controlliamo scrupolosamente».

Un’altra collaborazione degna di nota è con il Molino Angeli, anch’esso di Pietrasanta, che produce farine da grani antichi e che ha convinto gli agricoltori della zona a introdurre queste coltivazioni, anche garantendo loro un livello minimo di acquisti per aiutare la riconversione.

Altri esempi si potrebbero fare con il caffè, il pesce, la carne, il miele, o con un’ampia parte della cantina, con vini biologici e biodinamici. L’approccio è sempre lo stesso: fare scelte sostenibili, capaci di creare benessere per la comunità e al tempo stesso migliorare la qualità dell’offerta per i clienti. Perché essere sostenibili non significa obbedire a qualche regola, ma è un modo di essere, di vivere, di rapportarsi con le persone e la comunità.

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