Apuane terre selvagge
Aspre, in apparenza desolate, le Alpi Apuane sono invece palpitanti di vita. Una vita invisibile per chi non ha occhi che sanno vedere o fegato a sufficienza per avventurarsi in certi luoghi inospitali. Doti che non mancano al fotografo Lorenzo Shoubridge, autore degli straordinari scatti di queste pagine
Testo di Niccola De Prà - Foto di Lorenzo Shoubridge
C’è tutto un mondo intorno. Fatto di animali liberi e fieri, e di piccole creature fantastiche. Di luoghi con nomi da fiaba o cupi come la notte. Di galaverna, neve, vento che taglia le labbra, cieli tersi, sole a picco. E solitudine, attesa, pericolo. Un mondo che noi versiliesi di pianura – i villeggianti men che meno – non potremmo immaginarci. Eppure sta lì a un passo, su quelle Apuane che cingono Forte dei Marmi e la riviera nel loro rassicurante abbraccio.
Alpi Apuane, ben più di una scenografia, seppur impareggiabile. Terre aspre e in apparenza desolate. E invece palpitanti di vita. In cielo, in terra, in ogni anfratto o specchio d’acqua. Vita invisibile se non hai occhi che sanno vedere. Se non hai la pazienza di aspettare. O abbastanza fegato per andarla a cercare, quella vita.
Occhi, pazienza e fegato che sicuramente ha Lorenzo Shoubridge, l’autore degli straordinari scatti presentati in queste pagine. Una piccola selezione delle immagini che il fotografo naturalista versiliese ha realizzato nell’arco di sei anni sulle montagne fra Versilia, Apuania e Garfagnana e raccolte nel volume “Apuane terre selvagge” pubblicato nel 2018, oggi introvabile. Shoubridge sta preparando un secondo libro dedicato alle Alpi e al parco del Mont Avic, con foto se possibile ancor più spettacolari, in prevendita esclusiva sul web con un progetto di crowdfunding limitato ai mesi di settembre e ottobre 2023 (tutti i dettagli al link it.ulule.com/attitude/ o sul sito www.naturephotography.it).
Con le sue foto Shoubridge ci accompagna fra le nebbie e i colori del Fatonero, sulle vette innevate e nei pertugi più nascosti, nel succedersi delle stagioni, alla ricerca dell’intimità delle creature viventi. Con lui entriamo nel laghetto ghiacciato dove il merlo acquaiolo, il granchio di fiume o la biscia dal collare cacciano le loro prede. Alziamo gli occhi al cielo per osservare il maestoso volo delle aquile. Nel buio della notte scorgiamo i movimenti delle volpi, dei lupi e dei piccoli mammiferi che regnano in queste terre. Immagini per scoprire il lato selvaggio di un ambiente che crediamo di conoscere, per riflettere sulla bellezza della natura, sulla fragilità di montagne così ammirate e al contempo così poco guardate.
«Su quelle montagne che amo ho imparato a convivere con le mie paure e a superare i miei limiti, scoprendone di nuovi», racconta Shoubridge. «Ad attimi di completa solitudine si sono alternati momenti che resteranno indelebili nel mio cuore, come l’incontro con un branco di lupi appenninici o le gelide albe invernali in quota, il primo verglass o il grido rauco e graffiante dell’aquila reale, la regina dei cieli».
Le Apuane selvagge di Lorenzo Shoubridge sono entrate da protagoniste nei più prestigiosi circoli della fotografia naturalistica internazionale. Due immagini del reportage sono state segnalate con la menzione d’onore in altrettante edizioni del concorso Wildlife Photographer of the Year promosso dal Natural History Museum di Londra, e una di esse – la foto “The Herd”, raffigurante due lupi al cospetto delle cime apuane – ha vinto il primo premio assoluto nel Montphoto Photo Contest del 2020.