la Forte da scoprire? è quella d’acqua dolce
Meet the locals: Francesca Giannelli. «È bello vedere come il paesaggio sia rimasto intatto dopo tutto questo tempo»
Intervista di Titti Chiarello - Foto di Annalisa Ceccotti
Francesca Giannelli è nata a Forte dei Marmi. Da molti anni lavora all’Ufficio informazioni turistiche del Comune, dove accoglie gli ospiti dispensando consigli su cosa fare, dove dormire, come svagarsi. Francesca, dove sei cresciuta? Nella zona di Vaiana – Ponte di Tavole per la precisione –, forse la meno conosciuta dai vacanzieri. Che zona è? È un territorio un po’ periferico che, grazie anche a questo, ha mantenuto un aspetto semplice, molto lontano dal profilo glamour del centro. Fino a sessant’anni fa la Vaiana era una zona agricola, c’erano solo campi. Mio nonno aveva le stalle con gli animali e mia nonna gestiva un negozio di alimentari piuttosto grande, dove vendeva un po’ di tutto: la bottega della Anna di Samù. Quindi era anche un punto di riferimento nella zona? Sì, ricordo che i turisti all’epoca venivano in bottega chiedendo ogni tipo di informazione: dal consiglio per trovare una persona fidata per i lavori domestici a come procurarsi le bombole del gas per cucinare. Tutti sapevano che lì c’era sempre il consiglio giusto per ogni necessità. Forse è così che è nata la mia passione per l’accoglienza turistica. Qual’è la Forte dei Marmi che più sfugge ai turisti? Sicuramente quella che si coglie camminando lungo il fiume Versilia. Da dove si parte per questa passeggiata? Proprio dal Ponte di Tavole, sul lato verso Querceta, scendendo nel letto del fiume: da lì si arriva facilmente fino alla zona del campo da golf. È molto adatto anche per chi ha un cane, perché c’è sempre molta tranquillità. Si può andare oltre? Sempre lungo il fiume c’è la deviazione per arrivare al lago di Porta. È una zona stupenda, sembra incredibile ma c’è silenzio e pace anche in piena estate. Per chi invece ama andare in bici? Sicuramente una pedalata nella zona di Roma Imperiale, dove l’Ente Ville Versiliesi, lungo il Fiumetto, ha installato le riproduzioni di alcune opere che il maestro Carlo Carrà dipinse in quei punti esatti. È bello vedere come il paesaggio sia rimasto intatto dopo tutto questo tempo. Un ultimo consiglio? Le nostre montagne: vale la pena di viverle e scoprirle. Lo meritano. Del resto, senza le Apuane, il mare del Forte non sarebbe lo stesso.