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Interviews

sulle ali di una straordinaria felicità

maggio 2024- Numero 24
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sulle ali di una straordinaria felicità

Lo scrittore Edoardo Nesi condensa sessant’anni di ricordi e di vacanze vissute al Forte in un volume di pregio che Assouline dedica alla Perla della Versilia. Lo abbiamo intervistato

Intervista di Silvia M.C. Senette - Foto di Alessandro Moggi


«Forte dei Marmi è sempre stato, per me, un posto dell’anima: l’ho condensato in ricordi accompagnati da fotografie di pregio in una pubblicazione di altissimo livello». Lo scrittore pratese Edoardo Nesi – Premio Strega per “Storia della mia gente” e traduttore del capolavoro di David Foster Wallace “Infinite Jest” – riassume quasi sessant’anni di assidua frequentazione del Forte nel libro da collezione che Assouline dedica alla regina della Versilia. «Forte dei Marmi ha un incredibile legame con il passato di chiunque la frequenti, anche solo per poco tempo», rivela. «Intere zone sono esattamente com’erano quando avevo quattordici anni. La straordinaria magia di questo posto è nelle strade che si percorrono in bicicletta o in Vespa e che sono rimaste immutate, decennio dopo decennio. Questo sfondo sempre uguale ti rivela il dinamismo della tua vita; tutto cambia intorno a te, eccetto Forte dei Marmi». Tra le sue peculiarità, la vita rilassata di residenti e vacanzieri. «Non si viene al Forte per grandi serate o divertimento ed è paradossale, essendo tra le mete più esclusive d’Italia», riflette Nesi. «La vita è minimale, semplice: si svolge attorno alle case, a pochi alberghi di lusso, e si resta più tempo, prendendo le abitudini di chi vive la città».

Il cuore pulsante, per Edoardo Nesi, è da sempre la spiaggia. «Da piccolo, a inizi anni ’70, ci restavo a giocare a calcio fino alle otto di sera, i capelli rasati a zero perché ero sempre in acqua», ricorda. «La spiaggia, qui, è diversa da tutte le altre: lunghissima, con la sabbia fina e dorata. A un certo punto arrivò il surf grazie al film “Un mercoledì da leoni”: in Versilia si iniziarono a produrre le tavole e sotto il pontile del Forte ci si buttava per prendere le onde. Il sogno americano era realtà». 
Con gli anni, la spiaggia è rimasta centrale. «Vado la mattina quando non c’è nessuno e resto fino a tardi, senza far niente di particolare», confessa. «Mi lascio sedurre da belle cene, passeggiate, a volte mi spingo sulle Apuane, vado in giro in bici e ho modo di pensare. Forte dei Marmi ti concede di stare un po’ con te stesso». Nesi spazia dalle estati in Capannina («ci si divertiva anche da squattrinati e tutto era il massimo: la musica moderna, le ragazze bellissime, le macchine più desiderate al mondo») alla nuova immagine del paese («con avventori molto ricchi, sono arrivate le boutique esclusive»), dagli ospiti illustri («D’annunzio a cavallo in spiaggia e Thomas Mann in vacanza») agli scorci più amati («Orlando, la piazzetta di Valè, quella dei cavallini e del mercato, dove trovare cashmere di alto livello e lino finissimo»).

Un “luogo della memoria” di grande fascino in cui «l’inverno è benedetto e l’estate più mite». «Scrivendo, ho scoperto una grande dolcezza legata ai ricordi», ammette lo scrittore. «Qui passavo le estati con i miei genitori, che non ci sono più: guardandomi intorno li rivedo in bicicletta, Alvarado e Paola, vestiti di bianco sulle ali di una straordinaria felicità fatta di cose semplici. Il Forte ha una magia unica; basta avere gli occhi per vederla».